Empoli-Lecce: un lunedì come gli altri...
Il commento del giorno dopo
Che giorno strano il lunedì, il giorno che da sempre tutti odiamo, chi più chi meno. È il giorno in cui si ritorna a scuola, il giorno in cui svegliarsi al mattino è sempre più difficile e sembra impossibile quando si è ancora nel caldo delle lenzuola immaginare che da lì a pochi minuti sarai circondato dai tuoi compagni di classe in quella fredda aula. È il giorno in cui si è agitati per un compito a sorpresa del solito insegnante che ti ha preso di mira ed è il giorno in cui non aspetti altro che sentire la campanella suonare per correre a casa.
Stavolta però è un Lunedì diverso, stavolta prendi la sciarpa giallorossa e ti siedi sul divano, stavolta rimani incollato al televisore per 90 minuti dimenticando i compiti che avevi da fare, sei già consapevole delle urla dell'insegnante il giorno dopo ma non te ne frega niente, quando gioca il Lecce si ferma tutto. Martedì mattina ti svegli più contento, è già passato un giorno e la settimana sembra più corta. Quella mattina arrivi a scuola sempre con la solita macchina e sempre con tuo papà che brontola della partita del giorno prima.
Non importa com'è andata, non importa perché lui avrà sempre quella sciarpa giallorossa sul sedile e quello spiccato accento salentino che ti suona strano ma ti piace tanto. Tuo papà ogni mattina ti racconta la solita storia, ti dice che quando i suoi compagni gli chiedevano per che squadra tifasse ridevano tutti, all'epoca non capiva il perché, non riusciva a spiegare agli altri che sensazione si provasse a tifare la squadra della propria città.
Quella città che ha lasciato senza neanche sapere il perché, quella città in cui torni ogni estate dai tuoi nonni, tuo papà ti ripete sempre che è troppo lontana e che un giorno sogna di tornarci. Sul cruscotto c'è un santino, non è un Santo come gli altri, non è di quelli che hai visto in Chiesa la domenica, non lo riconosci, sotto c'è scritto San Falcone, chiedi a papà ma lui si mette a ridere, ti ha promesso che un giorno ti racconterà chi era, ti racconterà come un ragazzo alto dagli occhi azzurri avesse le ali e volava alto quando tutto sembrava perduto.