Coda, a Lecce la sua rinascita in 2 anni. Poi la chiamata del Genoa...
GRAZIE DI TUTTO BOMBER
I due anni a Lecce di Massimo Coda, non si potrebbero descrivere con delle semplici parole. Anche i sentimenti sarebbero pochi per tracciare il suo percorso in giallorosso, per dipingere le caratteristiche umane di un giocatore che per il Lecce ha fatto tantissimo, non solo in termini di risultati sportivi, ma soprattutto per spirito di attaccamento alla maglia, alla città e alla tifoseria.
Nel settembre 2020, dopo una stagione difficile in Serie B con la maglia del Benevento terminata con una promozione in Serie A, decise di mettersi nuovamente in gioco, ripartendo da un Lecce appena retrocesso ma con le idee ben chiare.
Al timone della dirigenza tecnica era appena arrivato Pantaleo Corvino, salentino doc, con tantissima esperienza alle spalle e già con qualche anno di Lecce nel palmares dirigenziale. Come ribadito più volte, la sua è stata una scelta di cuore. È tornato nella sua terra per darle qualcosa di importante che mancava da anni.
Dopo un’amara retrocessione, al direttore viene affidato un organico con 3 giocatori provenienti dalla Serie A e la restante parte acquistata nei campionati precedenti di Serie B e C. L’attaccante di Cava de’ Tirreni Massimo Coda, è il primo colpo della sessione estiva di calciomercato. Sulle sue qualità il dirigente giallorosso non ha dubbi, tanto che nella conferenza stampa di presentazione pronuncia una frase diventata poi famosissima: “Puoi sbagliare la moglie ma non l’attaccante o il portiere.”
L’ex Benevento viene visto da alcuni tifosi come un giocatore vecchio, ma non finito. Con Eugenio Corini alla guida tecnica in pochi mesi diventa, a suon di gol, il nuovo idolo dei tifosi del Lecce. Tuttavia, nella sua prima stagione in giallorosso le ben 22 reti segnate e gli altrettanti assist serviti, non bastano al Lecce per tornare subito nel massimo campionato. Nel finale, infatti, all’interno dello spogliatoio deve esser successo qualcosa che ancora oggi resta ignoto. A quattro giornate dalla fine, il Lecce si trovava secondo in classifica con 5 punti di distacco dalla terza e 6 dalla quarta e ha “buttato” tutto questo lavoro nelle ultime gare perdendone 3 e pareggiandone una.
Nonostante ciò i giallorossi restano in zona playoff e toccano quasi la Serie A arrivando in semifinale con il Venezia, quando in un Via del Mare vuoto per via della pandemia, un errore di Marco Mancosu dal dischetto mandò in fiamme l’obiettivo.
Nella stagione successiva il Lecce ripartirà in panchina con Marco Baroni, reduce da un ottimo campionato con la Reggina e con la voglia di ambire a qualcosa di più grande. Il tecnico toscano conosce molto bene la piazza infatti ci è già passato nelle vesti di giocatore.
Cambiano le strategie: comprare giovani di proprietà e di prospettiva; no ai prestiti o meglio solo prestiti di giocatori con ingaggio sostenibile; giusto mix tra gioventù ed esperienza. Questi sono gli ingredienti che alla fine del campionato, hanno fatto raggiungere al Lecce il grandissimo traguardo della Serie A.
In tutto questo i gol di Massimo Coda son serviti come il pane. E di questo dobbiamo essere grati al bomber di Cava.
Non possiamo però non riconoscere il merito del gruppo, della squadra nella sua interezza. Tutti i gol che ha siglato il bomber campano sono stati frutto dell’organizzazione che mister Baroni ha dato ai singoli e questo nel calcio, sport di squadra per antonomasia, conta tantissimo.
Oggi che Coda è approdato su altri lidi, non possiamo che augurargli le migliori fortune per la sua nuova avventura. Con la speranza che i nuovi bomber in arrivo non ce lo faranno rimpiangere.