Strefezza torna sull'addio al Lecce: "A Como ho ritrovato gli stimoli, ma Lecce mi è rimasta nel cuore"
IL FANTASISTA TORNA SULL'ADDIO AI GIALLOROSSI
L'ex attaccante della Spal si è raccontato in esclusiva ai microfoni di Sportitalia. Tanti i temi affrontatati nel corso del racconto: dall'addio ai salentini per aggregarsi ai lariani, passando per la chiamata irrununciabile di Cesc Fàbregas e concludendo con un passaggio sulle ambizioni per la prossima stagione in Serie A. Di seguito le sue dichiarazioni:
STREFEZZA SI RACCONTA A SPORTITALIA: DALL'ADDIO AL LECCE, AGLI STIMOLI RITROVATI A COMO E ALLE AMBIZIONI IN VISTA DEL RITORNO IN SERIE A
SULLA SECONDA PARTE DI STAGIONE -
Sono soddisfatto, abbiamo riportato il Como in Serie A. Ho giocato con continuità, il mister mi ha sempre dato fiducia ed è quello che mi mancava. C’è subito stata una grande sintonia, anche con il gruppo. Mi sono sentito subito in famiglia.
SULL'AMBIENTE TROVATO A COMO -
L’obiettivo era la Serie A, abbiamo fatto di tutto per riuscirsi. Una piazza così ne aveva bisogno. Adesso arriva il bello, la A è un campionato complicato e dovremo fare molto di più per rimanerci.
SUI FATTORI CHE HANNO INCISO SULL'ADDIO A LECCE -
Mi sono sempre trovato bene a Lecce, non potrò mai dire nulla di negativo sulla società e sui tifosi. Dal mio arrivo ho fatto due anni bellissimi, era arrivato però il momento di cambiare. Non c’era più il feeling iniziale: ho parlato con il Presidente e la dirigenza per provare a cercare una soluzione che andasse bene a entrambe le parti. Ho chiarito tutto, anche con i compagni.
CAMBI TECNO-TATTICI CHE HANNO INCISO -
Di sicuro ha inciso questo, ho sempre giocato a destra, il mio rendimento non era lo stesso dell’anno prima. Può capitare, ci possono essere alti e bassi. Avevo bisogno di cambiare aria per ritrovare fiducia, come è successo a Como.
OPPORTUNITÀ COMO -
Abbiamo iniziato a parlare, ho sentito compagni che già conoscevo, mi hanno parlato molto bene della società. Mi hanno chiamato entrambi i mister, ho subito sentito la loro fiducia e ho dato massima disponibilità. Avevo bisogno di sentire la fiducia non tanto della società, ma dello staff, del mister.
SUL PRIMO IMPATTO DI FABREGAS
Molto bello, se ti chiama uno come lui non puoi dire di no. Non è stato facile lasciare Lecce, due anni e mezzo non sono pochi, abbiamo fatto un grande percorso insieme. Penso che era arrivato il momento giusto.
SULLA TRATTIVA CON IL COMO -
Non ho seguito la trattativa, avendo un procuratore come Alessandro Lucci e un grande team alle mie spalle (la World Soccer Agency) sono sempre stato tranquillo. Mi sono fidato, hanno lavorato bene, Ho continuato ad allenarmi fino a quando non ho capito che sarei andato lì.
IL RITORNO IN SERIE B -
Quando mi ha chiamato il Como non potevo pensare a questo, non ho pensato che fosse un passo indietro. Volevo dare tutto, sono arrivato con la mentalità giusta per aiutare la squadra. Ho preso la decisione giusta, volevo dimostrare il mio valore e così è stato. Sapevo che avrei trovato una società importante che ambiva alla Serie A.